Chi è venuto almeno una volta a mangiare al ristorante La Rambla lo sa: i funghi porcini sono la mia grande passione.
Si tratta e non si tratta al tempo stesso di una questione di gusto personale. O meglio, non ha a che vedere con il mio gusto tout court, quello del palato, che potrebbe essere opinabile. I funghi porcini sono la passione di molte persone. Perché hanno un sapore delicato, stanno bene da soli, nei piatti a base vegetariana o vegan, ma anche con i piatti a base di carne o addirittura di pesce.
Una tale versatilità in cucina è abbastanza rara. A questo bisogna aggiungere che in un certo senso sono preziosi: la raccolta dei funghi porcini, come ho raccontato altrove su questo blog, è un’operazione quasi magica che compiamo, avvalendoci di regole che abbiamo appreso via via nel corso della nostra vita, segreti di altri raccoglitori di porcini che ci hanno preceduti.
Io li ritengo speciali, per la loro versatilità e per la loro preziosità. Sono tanti i piatti in cui immagino, progetto e poi realizzo la loro presenza, e non mancano neppure sulle mie pizze. Perché io credo che i clienti vadano trattati come persone di famiglia a cui vogliamo sempre dare il meglio.