Quando si parla di cucina e soprattutto di ingredienti che si usano per cucinare, è fondamentale conoscere la provenienza di questi prodotti. Per questa ragione, i cibi a chilometro zero non sono semplicemente una moda, ma sono una vera e propria necessità oggigiorno. Non solo economica (bisogna tener presente che acquistando dal contadino o da aziende locali si dà una spinta all’economia del territorio e non alle grandi multinazionali), ma in tempi di OGM e cibi non esattamente genuini, è sempre meglio sapere cosa mettiamo in bocca e cosa diamo da mangiare ai nostri figli.
Io, per esempio, utilizzo per i miei piatti l’olio extravergine d’oliva prodotto a Conca della Campania, a due passi dal ristorante, che trovo perfetto per le mie creazioni. L’olio extravergine d’oliva non è solo un condimento da consumare crudo: certo, in tempi di guerra, chi aveva la fortuna di averlo lo centellinava, ma fortunatamente siamo in tempi di pace, per cui ben venga l’olio sull’insalata, ma questo ingrediente serve ad amalgamare, arricchire in termini di gusto e insaporire ogni piatto e ogni ricetta.
Ma che cos’ha l’olio extravergine di Conca della Campania di differente rispetto agli altri oli extravergini? Intanto che è locale, e quindi la filiera di qualità è arcinota, inoltre è preparato con metodi artigianali che non solo ci ricordano le nostre radici, ma soprattutto ci permettono di riappropriarci della nostra cultura enogastronomica.
Quest’olio d’oliva è perfetto sulla pizza (magari con l’aggiunta ulteriore di un po’ di peperoncino piccante), per condire una caprese, per la pasta e per le carni, e last but not least per le preparazioni che ineriscono i funghi porcini. E naturalmente, è da provare anche schietto con il pane: la produzione artigianale dell’olio d’oliva è un’opera d’arte, per cui il prodotto va assaporato lentamente, goccia dopo goccia.