La pizza è qualcosa che rasenta la sacralità per i campani: ecco perché.
La prima ragione per cui i campani amino tanto la pizza risiede nel fatto che qui è stato inventato il piatto che tutto il mondo ci invidia. La prepariamo in modi sempre lievemente diversi, ma facciamo tutto con amore, lasciando la pasta a lievitare per decine di ore, prima del condimento e della cottura. È un modo affascinante per prenderci cura degli altri, degli sconosciuti, perché per noi campani lo sconosciuto è solo un amico che non avevamo incontrato prima.
La pizza nasce nel ‘700, accolta inizialmente con diffidenza, ma poi la passione coinvolse tutti, perfino dai Savoia. La leggenda vuole infatti che la pizza margherita sia nata con una dedica per la regina Margherita di Savoia, dal pizzaiolo Raffaele Esposito, e che contenesse i tre colori della bandiera – il bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro e il verde del basilico come ovvio richiamo patriottico.
Per la verità, la pizza margherita era attestata anche in precedenza e comunque non ci mise troppo a essere apprezzata su tutto il territorio nazionale: perché la pizza è economica ma anche democratica, è un alimento completo ma è anche gustosa.
All’inizio, la pizza era solo street food del passato: veniva preparata nei forni e consumata in piedi, per strada, un po’ come la pizza a portafoglio; poi sono nate le pizzerie, un fenomeno campano, ma poi si sono distribuite a macchia d’olio, prima in tutta Italia e poi, grazie all’emigrazione, in tutto il mondo.