Noi lo chiamiamo il “piennolo” e altro non è che quello che in Italia si chiama il pomodoro da pendola.
Esiste in diverse regioni d’Italia, ma in ogni regione il pomodoro da pendola possiede determinate caratteristiche. Non bisogna dimenticare, per esempio, che il piennolo è considerato un prodotto tradizionale della Campania, tanto che il piennolo del Vesuvio, per esempio, è riconosciuto a Denominazione d’Origine Protetta dal 2009.
Ma in cosa consiste il pomodoro da pendola campano? La forma è abbastanza simile al datterino, perché è allungata, ma è più a cuore rispetto a esso e presenta un pizzo molto pronunciato. La conservazione del piennolo sfrutta una caratteristica di questa tipologia di pomodoro, ossia la buccia molto spessa, che ne consente una conservazione ottimale. Così, questi pomodori si legano gli uni agli altri come preziose perle di una collana, e si appende il piennolo in casa, meglio se sul balcone.
Il sapore è dovuto alla presenza di alcuni strati di lava nel terreno – a Roccamonfina sappiamo bene cosa significhi per l’agricoltura un terreno vulcanico, soprattutto se il vulcano è inerte – che si sono andati a formare nei millenni. Tanto che molti pomodori vengono coltivati ad alta quota e prendono il nome di piennolo di montagna.