Un territorio come quello di Roccamonfina possiede tantissimi tesori.
Uno di questi tesori è senza dubbio il paesaggio, suggestivo come pochi, un luogo naturale pieno di storia, di leggende e anche di fantasia. È qui però che il più grande tesoro è nato, cresce, prolifera: le risorse agroalimentari della zona.
Che sono tante, ma così – d’acchito – se ne possono menzionare due al volo: le castagne e i funghi porcini. Si tratta in entrambi i casi di alimenti selvatici – le castagne sono il frutto del castagno selvatico e anche i funghi non sono coltivati ma spuntano, in luoghi misteriosi come Roccamonfina, come un dolce segreto.
È una delle ragioni per cui questi ingredienti sono la parte fondamentale della mia cucina. Un’altra ragione è il chilometro zero: essendovi abbondanza di questi alimenti, posso trovarne di genuini e sicuri al cento per cento. Ed è così che mi piace cucinare, conoscendo bene quello che finirà nel piatto.
Io credo che le eccellenze di un territorio – paesaggio e prodotti agroalimentari nel mio caso – raccontino chi siamo in maniera profonda e dettagliata. Raccontano la nostra tradizione, il modo in cui una trasformazione – quella dalla padella al piatto – è spesso chiamata opera d’arte, ma più semplicemente è il frutto della mente e della mano dell’uomo che trasforma la fantasia in realtà.